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BB Bed and Breakfast a Potenza

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Se pensi ad una vacanza nella città di Potenza sei nel posto giusto!
Abbiamo a disposizione Bed and Breakfast  e appartamenti a Potenza, in città o al mare per tutte le esigenze, per le famiglie con bambini o per gruppi d’amici .Le case vacanze e gli appartamenti in affitto a Potenza  in Basilicata hanno cucine totalmente accessoriate per preparare la colazione, il pranzo e la cena come a casa tua.
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POTENZA a partire da 45€ a notte
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La Città di Potenza

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La città di Potenza con i suoi 819 m di altitudine è il capoluogo di Regione più alto dell’Italia peninsulare. Sorge lungo una dorsale appeninica alla sinistra del fiume Basento ed è racchiusa da una cordigliera di monti assai suggestivi, la località Rifreddo, la Sellata, le Dolomiti Lucane in cui la natura ancora incontaminata è una forte attrattiva turistica. 
A primo impatto l’agglomerato urbano della città si mostra sobrio e moderno con la cortina di palazzi, edificati negli ultimi decenni, che scendono giù fino a valle e nella zona settentrionale. Dietro di essi si apre il cuore antico della città ricco di storia e affascinanti testimonianze millenarie.
 Probabilmente, la sua prima collocazione fu nella località denominata Serra di Vaglio, a 15 km a nord-est, dove si trovano i resti di un abitato indigeno, frequentato sin dalla seconda metà dell’VIII secolo a.C. e caratterizzato da una cinta fortificata in blocchi squadrati e con porte di accesso alla città eretta intorno alla metà del IV secolo a.C.
In epoca successiva l’insediamento urbano potrebbe essersi trasferito, per ragioni difensive, sul monte ove è attualmente il centro più antico, divenendo nel III sec. a. C. una prefettura romana col nome di “Potentia”. Molti reperti rinvenuti nella zona alta della città permettono di ritenere che essa era organizzata e strutturata in un’entità omogenea, come testimoniano la presenza dei mosaici di epoca romana venuti alla luce nella Cattedrale, le iscrizioni e le epigrafi funerarie di età romano-imperiale, visibili sui muri degli edifici e delle Chiese della Potenza medioevale. Sin dal V secolo fu sede vescovile, nel 1111 ebbe come vescovo Gerardo appartenente alla nobile famiglia La Porta di Piacenza a cui, beatificato nel 1120, venne dedicato il Duomo. Fu roccaforte longobarda e durante la dominazione normanna vide la sosta nel 1137 di papa Innocenzo II e dell’imperatore Lotario II e più tardi nel 1148 Ruggero II d’Altavilla vi ospitò Luigi VII di Francia di ritorno dalla Terra Santa.
 L’antico centro storico è arroccato nella parte alta della città, accessibile anche attraverso le scale mobili di cui Potenza è munita. Il cuore della città, che conserva ancora preziose testimonianze delle mura e delle porte d’ingresso medievali, è segnato da Piazza Mario Pagano, dove si affaccia il Teatro dedicato al musicista lucano Francesco Stabile, un gioiello di architettura neoclassica che nelle sue linee in piccolo ricorda il teatro San Carlo di Napoli e dalla sinuosa e stretta via Pretoria, il “salotto” della città come amano chiamarla i potentini, luogo prediletto degli incontri e delle passeggiate serali. I vicoletti, gli angoli e gli slarghi, numerosi nella città, permettono al visitatore curioso di incontrare piccole botteghe e prestigiosi palazzi storici, di riconoscere i segni di una storia millenaria segnata dalla caparbietà dei potentini di ricostruire la città nonostante i numerosi terremoti che l’hanno più volte distrutta.

POTENZA . - Città della Lucania, capoluogo di provincia, situata a 823 m. s. m., in pittoresca posizione dominante la valle del Basento. Il nucleo primitivo era posto nel piano sottostante in contrada Murata, presso la riva sinistra del Basento, ove tuttora si verificano ritrovamenti notevoli. Si crede che la città si trasferisse nell'attuale posizione non prima del sec. XIII.La parte medievale, che si stende su di una dorsale, è attraversata in tutta la sua lunghezza dalla via Pretoria, centro del traffico cittadino: vi si aprono la Piazza Sedile col municipio, e la quadrata Piazza Mario Pagano con il palazzo del governo, in cui ha sede anche il consiglio provinciale dell'economia e l'archivio provinciale; a sinistra, il teatro Francesco Stabile. A destra uffici giudiziarî e la biblioteca, ricca di 17 mila volumi.A N. e a S. del centro medievale si sono sviluppati i nuovi quartieri; in quello meridionale si aprono due nuove arterie, Via Napoli e Corso Vittorio Emanuele, fiancheggiate da palazzi e da edifici, tra cui l'ampio Palazzo degli uffici e quello recente del Provveditorato alle opere pubbliche. Queste due vie convergono a Piazza 18 agosto 1860 che ricorda il giorno in cui la città, prima di altre, insorse contro il Borbone. Colà sorgono il busto a Zanardelli, propugnatore e legislatore della redenzione della Basilicata, e il monumento ai caduti, e più a S. l'imponente mole del seminario ecclesiastico. Nel suburbio del quartiere settentrionale sono sorti il museo provinciale, la villa, la caserma Basilicata, le case per impiegati e, sul declivio di due opposte colline, i villaggi agricoli di Betlem e Francioso.
Dall'elenco dei fuochi del 1648 Potenza appare popolata da circa 6500 ab., diminuiti in seguito per le molteplici vicende sismiche; nel 1800, contava 8000 ab.; dal 1806, la popolazione aumentò notevolmente, fino a raggiungere nel 1861 13.000 ab.; ma, per l'emigrazione, ridiscese, nei successivi censimenti, per quindi risalire (1921) a 13.895 ab.; nel 1931 raggiunse i 15.919 ab. Di poca importanza le industrie che comprendono: laterizî, carboni, pastifici, tipografie.
Va sparendo il caratteristico abbigliamento muliebre: orecchini, nastro al collo, fazzoletto multicolore sulle spalle, corpetto nero. Caratteristica la processione dei Turchi nella festa del patrono S. Gerardo: si porta in giro una nave su un carro in cui, intorno alla statua del santo, si ammassano popolani vestiti da orientali e da mori. In altre feste a ricordare una sacra leggenda, vi è il getto dai balconi e dalle finestre di "pipli", che sono i fiori di ginestra.
Il territorio comunale montuoso e poco fertile abbracciava nel 1931 una superficie di 229,48 kmq. con una popolazione di 25.433 ab. (1931). In seguito alla ricostituzione (r. decr. 10 gennaio 1935) in comune autonomo di Pignola Lucana già frazione di Potenza, la superficie del comune è ridotta a 173,9 kmq.
Potenza ha tre stazioni ferroviarie, cui è collegata da autoservizî: sulla Napoli-Metaponto, sulla Potenza-Foggia e sulla Potenza-Laurenzana (linea calabro-lucana). Autoservizî la uniscono a Melfi, a Genzano-Montemilone, a Matera per Irsina-Altamura, a Spinoso, a Calvello, a Moliterno per Satriano-Brienza:

Monumenti. - La cattedrale, rifatta alla fine del sec. XVIII da A. Magri, è a una navata sormontata da cupola. La chiesa di San Francesco, del sec. XIIl, ha una bella porta lignea del sec. XV e nell'interno, tra altro, il sepolcro di Donato Grasi, morto nel 1534. La chiesa di S. Michele Arcangelo, del secolo XI o XII, conserva dell'antica costruzione soprattutto l'esterno, mentre l'interno ha subito varie modificazioni. Nel Museo provinciale lucano si trova un'importante collezione di oggetti di scavo della regione.

Storia. - La città è certamente di fondazione romana, come si rileva dal nome, ma nulla sappiamo né sull'età né sul particolare motivo della sua origine. Forse la prima va fissata al sec. II a. C., quando i Romani affermarono il loro possesso nella regione con l'apertura delle strade, e il secondo nell'importanza del sito come nodo stradale. La città antica, infatti, che era circa 140 m. più in basso della moderna, sul fiume Casuentus (Basento), si trovava all'incrocio di due strade, l'una che lungo la valle di quel fiume scendeva al mare Ionio, l'altra trasversale che, distaccandosi dalla Popillia, andava verso le Puglie (v. lucania). Durante l'Impero fu municipio, iscritto alla tribù Pomptina. Nei testi letterarî non è mai ricordata, ma il grande numero d'iscrizioni che vi si è rinvenuto, e che fanno ricordo di magistrati e sacerdozî, testimonia della floridezza e dell'importanza che la città dovette avere in quel periodo. Un'epigrafe ricorda il collegium mulionum et asinariorum: la posizione della città all'incrocio di due strade e la sua ubicazione in regione montagnosa spiegano l'esistenza di siffatto collegio artigiano.

Nel Medioevo venne dapprima (402) invasa dai Goti di Alarico, poi, nel secolo successivo, fu aggregata dai Longobardi al ducato di Benevento, da cui si staccò nella divisione dell'847. Annessa al principato di Salerno, ne divise a lungo le sorti. Tra le più antiche sedi vescovili della Lucania, - si hanno documentate memorie della sua chiesa sin dal sec. VI - la cittadina crebbe di importanza. Nel 1269 si ribellò a Carlo d'Angiò; i suoi conti Pietro e Guglielmo erano ardenti fautori degli Svevi. Invano, dopo la morte di Corradino e i trionfi delle armi angioine, i Potentini, levatisi a rumore, fecero strage dei nobili che li avevano spinti alla ribellione: ciò non valse ad allontanare dalla città le ire e le vendette del vincitore che la saccheggiò e ne abbatté le mura.

Nel 1273 un orribile terremoto distrusse in parte la città. Ritornata al demanio, Potenza fu poi concessa in feudo ai Pipino; alla fine del sec. XIV passò ai Sanseverino, che nelle lotte tra durazzeschi ed angioini parteggiarono per questi ultimi; nel 1399 re Ladislao fu costretto ad assediare la città e più tardi a metterne a morte il feudatario. Riconcessa a Gurello Origlia, Potenza passò poi a Michele Attendolo, a Innico di Guevara e, infine, ai Loffredo che la tennero per circa due secoli fino all'abolizione della feudalità. Fu a Potenza che nell'aprile 1502 si tentarono gli ultimi accordi tra Ferdinando il cattolico e Luigi XII per la divisione del regno di Napoli. Dal 1651 al 1657 la città fu sede del preside di Basilicata, poi, evidentemente per influenza dei Loffredo che non gradivano la presenza nella capitale del loro feudo di sì alta magistratura statale, la Regia Udienza si dovette trasferire a Vignola e indi a Matera. Fu solo nel periodo francese (agosto 1806) che Potenza riottenne il suo primato di capo-provincia; i contemporanei interpretarono quel provvedimento quasi come una punizione per Matera, che nel 1799 aveva parteggiato per il card. Ruffo, e un premio per gli spiriti liberali di Potenza; infatti in quell'anno famoso la città era stata l'ultimo baluardo della repubblica, un cospicuo numero di suoi figli erano stati impiccati dalla reazione, ardente fautore delle idee innovatrici era stato il suo vescovo Serrao. Tradizione liberale questa, che fu tenuta viva in tutto il Risorgimento: nel 1848 un gran numero di Potentini venne implicato in un famoso processo politico; nel 1860 Potenza fu la prima città del Mezzogiorno continentale a insorgere compatta contro i Borboni.


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