Bed and Breakfast a CUNEO
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La Città di Cuneo

CUNEO - Città del Piemonte, capoluogo di provincia, sede vescovile dal 1817; è posta sopra un altipiano a forma di "cuneo" alla confluenza del Gesso e della Stura, a 538 m. s. m. Situata quasi nel centro del grande arco descritto dalle Alpi Cozie e Marittime, domina quasi tutte le strade che mettono in comunicazione il Piemonte con la Francia meridionale. Le Alpi fanno da magnifico scenario alla città, mentre verso N. la vista spazia sull'altipiano, e a NE. è limitata dalla regione collinosa delle Langhe. Il territorio del comune ha una superficie di 119,87 kmq. La sua popolazione saliva nel 1921 a 31.741 ab.: presenti 31.221, di cui 17.602 nel centro urbano, 2525 in altri 8 piccoli e piccolissimi agglomerati e i rimanenti (più di un terzo della popolazione totale) nelle case sparse per la campagna. Nel 1369 la popolazione di Cuneo saliva a 3295 ab.; nel 1571 a 6154; nel 1685 a 8000; nel 1734 a 12.704; nel 1774 a 18.106; nel 1861 a 23.062; nel 1881 a 24.746; nel 1901 a 26.879; nel 1911 a 29.421.
La città antica presenta strade piuttosto strette, mentre la città nuova, che sempre più si espande verso S., ha vie ampie e diritte che si tagliano ad angolo retto. L'arteria principale è Via Roma, fiancheggiata da caratteristici portici, che, attraverso tutta la città vecchia, da Piazza Torino va fino alla Piazza Vittorio Emanuele II, donde comincia il nuovo Corso Nizza con lo sfondo delle Alpi. Il centro della città è la Piazza Vittorio Emanuele, vastissima, di forma rettangolare, con in mezzo il monumento al giureconsulto Giuseppe Barbaroux (1772-1843). Il ciglio dell'altipiano, verso il Gesso, è percorso per circa tre chilometri dal Viale degli Angeli. Cuneo conta numerose istituzioni di beneficenza ed è sede di R. Liceo-Ginnasio, Istituto tecnico e Istituto magistrale, di Scuole di avviamento al lavoro, ecc.; la biblioteca civica possiede circa 35.000 volumi.
Il territorio del comune (da 450 a 600 m. s. m.), fertile e ben coltivato, solcato da parecchi canali irrigatorî (bealere), produce in abbondanza foraggi, cereali, frutta; fiorente è la bachicoltura: il mercato dei bozzoli di Cuneo, uno dei più importanti d'Italia, raggiunge in qualche anno i 900.000 kg. di bozzoli. L'industria ha una parte secondaria nella vita economica della città. Vi sono tuttavia filande di seta, officine metallurgiche e meccaniche, caseifici, fabbriche di birra e acque gazose, di liquori, cioccolato, paste alimentari, candele steariche, concimi chimici, mobili, tipografie, ecc. Il commercio, specialmente quello dei bozzoli e delle castagne, è invece, grazie alla posizione geografica della città, molto attivo. Delle castagne si fa anche larga esportazione all'estero (Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Svizzera, Germania). Un'altra importante fonte di guadagno per la città è il mercato del bestiame, frequentato da mercanti, non solo del Piemonte, ma anche della Lombardia e della Liguria: il suo movimento annuo si aggira sui 100.000 capi di bestiame, per un valore di circa 100 milioni di lire.
A Cuneo fanno capo le strade delle vallate alpine del Pesio, della Vermenagna, del Gesso, della Stura, della Grana e della Maira; per Cuneo transita la ferrovia Torino-Cuneo-Nizza. Altri tratti di ferrovia o di tramvia a vapore la uniscono a Mondovì e ad altri centri vicini; numerose anche le linee automobilistiche.
Monumenti. - Pochi sono i monumenti che presentano valore artistico; il più importante è la chiesa di S. Francesco, del secolo XIII, di forme romanico-gotiche con portale marmoreo (del 1481). Gotica è anche la cattedra nel coro della chiesa di S. Croce; nella chiesa degli Angeli vi sono frammenti d'affreschi della fine del sec. XV. Le chiese di S. Croce e di Sant'Ambrogio furono ricostruite nel secolo XVIII dall'architetto Francesco Gallo e presentano nell'interno un'elegante armonia di masse.
Storia. - Le origini della città risalgono alla fine del sec. XlI e sono simili a quelle di molti altri comuni piemontesi. Il 23 giugno 1198, consoli e rettori delPizzo del Conio, con l'aiuto di Asti, si ribellarono ai marchesi di Saluzzo e, tranne un breve periodo in cui i marchesi ripresero il comune, esso si resse indipendente fino al 1259. Cadde poi in quest'anno sotto la dominazione angioina che, annullate le competizioni politiche, diede a Cuneo un periodo di grande prosperità economica. Successivamente, dominarono ancora i Saluzzo, poi i Visconti e infine, dopo un breve ritorno degli Angioini, i Savoia, nel 1382, col Conte Verde.
ll Conte Rosso deve ancora combattere per assoggettare la Valle di Stura, contrastato da Franceschino Bollerio, l'ultimo e più fedele dei Reginali, cioè partigiani della regina Giovanna. Acquistata poi dal Conte Rosso, per dedizione spontanea, la contea di Nizza nel 1388, risalgono a questo tempo le cordiali relazioni fra Cuneo e Nizza, il naturale sbocco sul mare della parte SO. del Piemonte. Sotto i Savoia, Cuneo può godere un lungo periodo di pace e di benessere all'interno.
Ma una nota più alta è data nella storia di Cuneo dai suoi assedî, di cui sette sono i più famosi. Il primo è del 542, sotto Carlo II (III): dopo dodici giorni (1-12 dicembre), le milizie del maresciallo d'Annebault furono ributtate. Scaduta la tregua di Vaucelles, Cuneo fu assediata di nuovo il 2 maggio 1556; ma il 27 l'assedio fu tolto. Emanuele Filiberto, in ricompensa dell'eroica difesa, dichiarò Cuneo città e le conferì, tra l'altro, la facoltà d' inserire nel suo stemma quello dei Savoia, con l'aggiunta di due palme e il motto Ferendo. Nelle guerre fra Madama Reale e i cognati, cardinale Maurizio e principe Tommaso, avvennero gli assedî del 1639 e del 1641. Nel primo, Cuneo respinse i Franco-Piemontesi; nell'altro, più aspro, la città venne occupata. Tuttavia, per i successivi accordi delle parti, la città fu restituita alla reggente.
Nel quinto assedio (1691), dopo la battaglia di Staffarda, il Feuquières e il marchese di Bullonde furono ributtati. A questo assedio e al seguente risale la tradizione che il beato Angelo Carletti (la cui salma mummificata riposa nella chiesa degli Angeli), apparisse sopra la chiesa di N.S. del Bosco, divenuta poi l'attuale cattedrale, a confortare i difensori e a deviare i colpi delle artiglierie nemiche.
Nel sesto assedio (17 agosto-11 ottobre 1744), la tenace difesa opposta dal governatore F. G. di Leutrum, sassone, e gli aiuti di Carlo Emanuele III finirono per aver ragione degli assedianti francesi. Il 7 novembre 1799, infine, la città fu assediata dagli Austro-Russi: dopo terribili bombardamenti, il 4 dicembre i Francesi furono costretti a sgombrare.
La città antica presenta strade piuttosto strette, mentre la città nuova, che sempre più si espande verso S., ha vie ampie e diritte che si tagliano ad angolo retto. L'arteria principale è Via Roma, fiancheggiata da caratteristici portici, che, attraverso tutta la città vecchia, da Piazza Torino va fino alla Piazza Vittorio Emanuele II, donde comincia il nuovo Corso Nizza con lo sfondo delle Alpi. Il centro della città è la Piazza Vittorio Emanuele, vastissima, di forma rettangolare, con in mezzo il monumento al giureconsulto Giuseppe Barbaroux (1772-1843). Il ciglio dell'altipiano, verso il Gesso, è percorso per circa tre chilometri dal Viale degli Angeli. Cuneo conta numerose istituzioni di beneficenza ed è sede di R. Liceo-Ginnasio, Istituto tecnico e Istituto magistrale, di Scuole di avviamento al lavoro, ecc.; la biblioteca civica possiede circa 35.000 volumi.
Il territorio del comune (da 450 a 600 m. s. m.), fertile e ben coltivato, solcato da parecchi canali irrigatorî (bealere), produce in abbondanza foraggi, cereali, frutta; fiorente è la bachicoltura: il mercato dei bozzoli di Cuneo, uno dei più importanti d'Italia, raggiunge in qualche anno i 900.000 kg. di bozzoli. L'industria ha una parte secondaria nella vita economica della città. Vi sono tuttavia filande di seta, officine metallurgiche e meccaniche, caseifici, fabbriche di birra e acque gazose, di liquori, cioccolato, paste alimentari, candele steariche, concimi chimici, mobili, tipografie, ecc. Il commercio, specialmente quello dei bozzoli e delle castagne, è invece, grazie alla posizione geografica della città, molto attivo. Delle castagne si fa anche larga esportazione all'estero (Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Svizzera, Germania). Un'altra importante fonte di guadagno per la città è il mercato del bestiame, frequentato da mercanti, non solo del Piemonte, ma anche della Lombardia e della Liguria: il suo movimento annuo si aggira sui 100.000 capi di bestiame, per un valore di circa 100 milioni di lire.
A Cuneo fanno capo le strade delle vallate alpine del Pesio, della Vermenagna, del Gesso, della Stura, della Grana e della Maira; per Cuneo transita la ferrovia Torino-Cuneo-Nizza. Altri tratti di ferrovia o di tramvia a vapore la uniscono a Mondovì e ad altri centri vicini; numerose anche le linee automobilistiche.
Monumenti. - Pochi sono i monumenti che presentano valore artistico; il più importante è la chiesa di S. Francesco, del secolo XIII, di forme romanico-gotiche con portale marmoreo (del 1481). Gotica è anche la cattedra nel coro della chiesa di S. Croce; nella chiesa degli Angeli vi sono frammenti d'affreschi della fine del sec. XV. Le chiese di S. Croce e di Sant'Ambrogio furono ricostruite nel secolo XVIII dall'architetto Francesco Gallo e presentano nell'interno un'elegante armonia di masse.
Storia. - Le origini della città risalgono alla fine del sec. XlI e sono simili a quelle di molti altri comuni piemontesi. Il 23 giugno 1198, consoli e rettori delPizzo del Conio, con l'aiuto di Asti, si ribellarono ai marchesi di Saluzzo e, tranne un breve periodo in cui i marchesi ripresero il comune, esso si resse indipendente fino al 1259. Cadde poi in quest'anno sotto la dominazione angioina che, annullate le competizioni politiche, diede a Cuneo un periodo di grande prosperità economica. Successivamente, dominarono ancora i Saluzzo, poi i Visconti e infine, dopo un breve ritorno degli Angioini, i Savoia, nel 1382, col Conte Verde.
ll Conte Rosso deve ancora combattere per assoggettare la Valle di Stura, contrastato da Franceschino Bollerio, l'ultimo e più fedele dei Reginali, cioè partigiani della regina Giovanna. Acquistata poi dal Conte Rosso, per dedizione spontanea, la contea di Nizza nel 1388, risalgono a questo tempo le cordiali relazioni fra Cuneo e Nizza, il naturale sbocco sul mare della parte SO. del Piemonte. Sotto i Savoia, Cuneo può godere un lungo periodo di pace e di benessere all'interno.
Ma una nota più alta è data nella storia di Cuneo dai suoi assedî, di cui sette sono i più famosi. Il primo è del 542, sotto Carlo II (III): dopo dodici giorni (1-12 dicembre), le milizie del maresciallo d'Annebault furono ributtate. Scaduta la tregua di Vaucelles, Cuneo fu assediata di nuovo il 2 maggio 1556; ma il 27 l'assedio fu tolto. Emanuele Filiberto, in ricompensa dell'eroica difesa, dichiarò Cuneo città e le conferì, tra l'altro, la facoltà d' inserire nel suo stemma quello dei Savoia, con l'aggiunta di due palme e il motto Ferendo. Nelle guerre fra Madama Reale e i cognati, cardinale Maurizio e principe Tommaso, avvennero gli assedî del 1639 e del 1641. Nel primo, Cuneo respinse i Franco-Piemontesi; nell'altro, più aspro, la città venne occupata. Tuttavia, per i successivi accordi delle parti, la città fu restituita alla reggente.
Nel quinto assedio (1691), dopo la battaglia di Staffarda, il Feuquières e il marchese di Bullonde furono ributtati. A questo assedio e al seguente risale la tradizione che il beato Angelo Carletti (la cui salma mummificata riposa nella chiesa degli Angeli), apparisse sopra la chiesa di N.S. del Bosco, divenuta poi l'attuale cattedrale, a confortare i difensori e a deviare i colpi delle artiglierie nemiche.
Nel sesto assedio (17 agosto-11 ottobre 1744), la tenace difesa opposta dal governatore F. G. di Leutrum, sassone, e gli aiuti di Carlo Emanuele III finirono per aver ragione degli assedianti francesi. Il 7 novembre 1799, infine, la città fu assediata dagli Austro-Russi: dopo terribili bombardamenti, il 4 dicembre i Francesi furono costretti a sgombrare.