BB a Comiso
La Città di Comiso

Si tende a identificare l’odierna Comiso con l’antica e leggendaria Casmene, subcolonia siracusana della quale si ha scarsa conoscenza. Le fonti che riferiscono della posizione di questo insediamento, supportate dai vari ritrovamenti archeologici effettuatinella zona e soprattutto nelle vicinanze, fanno infatti pensare che l’originaria Casmene fosse situata sul “Cozzo di Apollo”, colle dei monti Iblei appena sopra Comiso. L'archeologo Paolo Orsi fa luce su l'origine di Casmene che viene individuata dallo stesso appunto su Monte Casale a Buscemi, di fianco a Monte Lauro (dal latino laurus cioè "alloro", uno dei simboli del dio Apollo).Si potrebbe pensare che il nome dell’antica città, fosse più o meno quello conosciuto oggi, proveniente d’antica origine pre-ellenica o da una voce greca in relazione con Κομίζω = ricovero o con Κώμη = villaggio. Sembra che sotto l’impero romano il nome di questa colonia fosse Jhomisus, che sotto i bizantini diventa Comicio in onore della loro patria d’origine Comizo. Altre tesi dicono che il nome Comiso sia d’origine araba e ne hanno offerto varia e non sempre impeccabile spiegazione: da Jomes o Yomiso = Testa d’acqua, oppure Kom = Collina, Monticello e ancora Koms o Hums = Quinta parte di terra confiscata, come Homs in Libia; la parola spagnola Còmiso, di origine evidentemente araba, avrebbe il senso di confisca. L’idea secondo la quale il nome di Casmene si sia conservato, attraverso elaborate modificazioni, in quello di Comiso trova spazio nello scritto poligrafo di un dotto gesuita di Comiso, P. Biagio La Leta: attraverso un fenomeno di metatesi, da Casmene sarebbe venuto Camesne, e da questo, gradualmente, Camese, poi Comiso. Da rilevare il fatto che già nel ‘600 la città viene chiamata nei documenti Ihomisus Casmenarum.Sono presenti nei secoli le parole Comiciana, Comicini e Comicio, tutte forme storiche che introdussero quella definitiva di Comiso. Ma è precisamente in epoca normanna che si vedrà apparire per la prima volta il nome Comiso in documenti sicuri.Oggi, in dialetto, si tende a chiamarlo “u Còmisu”, anteponendo l’articolo “U” che sta per “Il” e gli abitanti sono detti“ì Cumisàri”. Le prime tracce di insediamenti umani nel territorio di Comiso appaiono nel periodo eneolitico, lungo l'arco collinare ibleo, dove si svilupparono i primi villaggi di popolazioni italo-sicule. Oggi rimangono una serie di ricoveri a grotta e a cella ricavate nei monti Monterace, Monteracello, Monte Tabbuto, Cozzo Apollo, Cava Porcaro. A valle, invece, si svilupparono degli insediamenti abitativi del tipo a capanna-rifugio. La presenza della terma vicino alla fonte Diana risalente al II secolo testimonia la presenza di un nucleo abitativo attorno alla fonte fin dall'epoca romana. Si pensa infatti che quel luogo sia stato popolato dagli abitanti scampati alla distruzione di Kasmenai, durante la spedizione punitiva diel console romano Marcello nel 212 a.C. Con l'arrivo dei bizantini e l'insediamento del potere religioso dell'impero d'oriente a Siracusa (330 d.C.), cominciarono ad essere edificate numerose chiese. Nel periodo bizantino il casale di Comicio si concentrava attorno alle due chiese di S. Biagio e S. Nicola, in questo periodo fu munito di forti e torri di difesa. Intorno al 827 il casale fu duramente provato dall'invasione degli Arabi, la cui dominazione si rivelò successivamente benefica e proficua per l'intero territorio ibleo. È in questo periodo che nascono i muri a secco, che aratterizzano ancora oggi il paesaggio collinare. La Comiso medievale si arricchisce di nuove vie urbane e di chiese, tra cui la chiesa della Misericordia, tuttora conservata. Nel 1393 Comiso viene a fare parte della Contea di Modica, assegnata ai Cabrera, fino al 1453, anno in cui a causa di una crisi economica questi ultimi la vendono a Periconio II Naselli.